lunedì 11 ottobre 2010

La Medicina antroposofica


LA MEDICINA ANTROPOSOFICA
di Gianfranco Di Paolo

“Il nuovo metodo medico proposto si distingue dal precedente da un’ulteriore conoscenza dell’uomo. L’antico metodo, sviluppato a partire dalle concezioni scaturite dalle scienze naturali recenti, pretende di raggiungere una conoscenza dell’uomo fondata sullo smembramento della sua organizzazione fisica e sulla ricomposizione attraverso l’intelletto. Ma l’uomo non è soltanto un’organizzazione fisica. E’ anche un’organizzazione sopra-sensibile. Quest’ultima si manifesta attraverso il suo vissuto e le sue attività psichiche e spirituali. Se la sua organizzazione fisica è il supporto dello psichico e dello spirituale, queste sono gli organizzatori e i vitalizzatori del fisico. […]” (Rudolf Steiner 1920).
A partire dall’impulso dato nel 1920 da Rudolf Steiner (filosofo e scienziato, fondatore dell’antroposofia, 1861-1925) e Ita Wegman ( Medico, 1876-1943), in collaborazione con un gruppo di medici, la Medicina Antroposofica (da anthropos = uomo e sophia = saggezza), secondo la quale gli esseri umani e i regni della natura sono legati da un’origine comune, apporta un allargamento agli insegnamenti universitari classici. Questo principio conduce a una visione d’insieme integrativa della salute, della malattia e della guarigione, oltre che a un approccio specifico delle terapie mediche.
La Medicina antroposofica, quindi, non è da definirsi una “medicina alternativa”, non vuole sostituire la medicina convenzionale. I medici, specialisti e non, che la praticano usano quotidianamente tutti i mezzi che la scienza e la tecnica medica moderna ha messo a loro disposizione: nella terapia, quando possibile e in piena “scienza e coscienza”, usano i mezzi che le tecniche antroposofiche  a sua volta mette a disposizione. I medici antroposofi si avvalgono di tutta la tecnologia moderna, ma al fine di applicarla al benessere del paziente, laddove essa è indicata e non. Per questa ragione la Medicina Antroposofica indaga e esplora le premesse fisiche ma anche quelle psichiche e personali che hanno determinato la strada verso la malattia. Negli intenti del suo fondatore  essa ha il compito di ampliare le conoscenze della medicina cosidetta “ufficiale”, di provata  esperienza scientifica ( oggi diremmo di medicina basate sulle evidenze). Ma agli inizi del secolo scorso, come agli inizi di questo nuovo millennio, non basta soltanto leggere nel malato la patologia come segno casuale di un incidente di percorso della salute, ma valutare l’insieme dell’integrità psico-fisica del paziente e capirne i significati “nascosti”. Quindi nella medicina antroposofica troviamo un posto privilegiato del paziente che viene riconosciuto come individuo unico. Da ciò deriva un rapporto fondamentale e prioritario e una terapia che non mira più alla patologia in atto, ma espressamente verso la persona: il paziente viene responsabilizzato e reso partecipe e attivo nel processo di guarigione.
 Lo scopo della medicina antroposofica  è di fortificare il senso di responsabilità individuale e di promuovere il suo diritto a una comune decisione nella scelta terapeutica da adottare.
Una medicina che non considera l’uomo come individuo non è una medicina umana.
Ma l’architrave fondamentale della medicina antroposofica è il suo approccio terapeutico, una terapia che scorre direttamente dall’osservazione di ciò che è patologico; nella medicina convenzionale si predilige l’apporto diagnostico: ma alla fine con gli sviluppi considerevoli dei mezzi d’investigazione si arriva talvolta e si resta perplessi davanti alla povertà delle terapie, alla loro inadeguatezza, alla loro pesantezza, all’abbondanza degli effetti indesiderati o nocivi. La medicina antroposofica vuole di più: vuole tenere in considerazione gli elementi fondamentali che danno un’impronta significativa e talvolta indelebili alla vita, all’anima e allo spirito del paziente e che sono percepibili fisicamente: il ritmo veglia-sonno, la crescita, come espressione delle forze vitali; la tensione muscolare e la mimica come espressione dell’animico; la distribuzione del calore, la postura, l’andatura, l’orientamento come espressione dello spirituale. L’approccio medico steineriano già dalla diagnosi è orientato verso la terapia. La conoscenza del processo morboso non si fa isolatamente, ma riallacciando l’uomo alla natura che lo circonda, al cosmo che lo sovrasta: essa si sforza di scoprire qual è il processo che è  causa della malattia e trovare nella natura terrestre, al di fuori dell’uomo, lo stesso processo. Ciò significa che non c’è alcun processo nell’uomo che non abbia il suo equivalente al di fuori di esso. Bisogna dunque scoprirlo. Questa profonda convinzione di R.Steiner lo condusse a trovare un procedimento di fondo che attraverso la divisione dell’uomo in quattro componenti fondamentali costitutivi (corpo fisico, corpo eterico-corpo di formazione vitale, corpo astrale o dei sentimenti e Io) e in una tripartizione corporea ( componente metabolica, ritmica e mentale), potesse comprendere la malattia e la salute come parte complete dell’equilibrio di queste componenti. Attraverso questo approccio medico, equilibrio e di squilibrio appaiano in tutte le loro dimensioni. Tra Spirito e Materia, tra l’Universo e la Terra, la coscienza e la vita, il passato e il futuro…questi elementi si incontrano nell’armonia o il conflitto, tra la salute o la malattia. La guarigione può essere ricercata nell’incontro di questi avvenimenti di natura spirituale: i “processi” della Natura, portatori di virtù curative.
Un esempio molto eloquente di questo approccio tra natura e processo terapeutico lo descrive lo stesso Steiner in un famoso esempio: […]quando un merlo molto vorace ha inghiottito un ragno della specie  aranea diadema, quest’ultimo manifesta la sua natura intima all’interno dell’uccello attraverso la comparsa di crampi violenti che  spingono l’uccello a gettarsi su una pianta di giusquiamo e di ingoiarla: la pianta diventa l’antidoto adeguato e l’uccello guarisce. La Natura ci dà l’esempio tipo dell’atto terapeutico; il rimedio si trova nella natura e nel caso del merlo è soltanto l’istinto a prevalere.
C’è una nuova direzione di ricerca, la salutogenesi, che si occupa di studiare le fonti della salute fisica, psichica e spirituale. Il termine salu­togenesi è formato dalla parola latina salus, salutis = salute ,e dalla paro­la greca genesi = origine, inizio, derivazione. La salutogenesi si occu­pa quindi delle “cause” della salute. Essa fonda un nuovo modello nella direzione della ricerca medica. Steiner già in una conferenza del 1920, auspicava con forza che i medici prendessero in considerazione la salute dell’intera umanità, nel momento in cui vogliono aiutare il singolo paziente. Perché? Perché ogni essere umano è parte di un complesso più vasto, ed egli influenza questo complesso in un modo o nell’altro, che ne sia cosciente o meno, tramite la qualità dei suoi comportamenti esteriori e dei suoi atteggiamenti interio­ri, sia verso l’esterno sia verso sé stesso.
I farmaci antroposofici sono preparati partendo da sostanze naturali provenienti dai regni minerale. vegetale e animale e vengono prodotti secondo procedimenti generali e speciali previsti dalla farmacopea ufficiale dei stati membri della Comunità Europea e vengono monitorati costantemente.
Nel 1921 nacquero a Arlesheim nei pressi di Basilea e a Stoccarda i primi istituti clinici in cui venne applicato in modo molto concreto il nuovo approccio medico:oggi
A lato delle terapie mediche le arti terapeutiche, come la pittura, la scultura, la musica, il canto e l’arte della parola, sono parte integrante e insostituibili alla medicina antroposofica. In più l’euritmia terapeutica fu proposta da Steiner come un nuovo trattamento attraverso l’uso del movimento. La ginnastica Bothmer è ugualmente utilizzata nella prospettiva terapeutica.
Nel dominio della fisioterapia differenti tecniche di massaggio sono state sviluppate : il massaggio ritmico secondo il dottor Hauschka e la dott.ssa Wegman.
Le cure infermieristiche sottoforma d’applicazioni esterne (compresse, cataplasmi, e bagni a dispersione oleosa) e di tecniche specifiche ritmiche sono di aiuto nelle terapie mediche antroposofiche.
Oggi, a distanza di 90 anni dalla sua creazione, la Medicina Antroposofica è di casa in oltre 80 paesi nel mondo: da Città del Capo a Tokio, da New York a Auckland, da Parigi a Buenos Aires: esistono cliniche convenzionate e studi medici dove migliaia di pazienti auspicano di essere considerati “persone”: il più della volte ci riusciamo!